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martedì 26 dicembre 2017

FROZEN IL REGNO DI GHIACCIO

Non ci possono essere vacanze natalizie senza un film Disney, sia per quanto riguarda le nuove uscite cinematografiche sia per i vecchi classici riproposti in questo periodo in tv. Frozen è senza dubbio uno di quelli che ha avuto maggior successo, indimenticabile  storia ricca di amore, fiocchi di neve, ghiaccio, castelli, principesse e... renne! Una favola vecchia di anni che si veste della spensieratezza di oggi, divenendo un classico Disney frizzante e ricco di scintillanti sfaccettature, proprio come un cristallo di neve

Da piccole Anna ed Elsa erano davvero inseparabili, ma un giorno, all'improvviso, Anna si ritrova a essere completamente tagliata fuori dalla vita di sua sorella. Elsa si è chiusa in un mondo tutto suo e, dopo la morte dei genitori, l'intero regno di Arendelle è stato chiuso fuori dalle porte del castello. Anna è cresciuta da sola, senza imparare nulla del mondo esterno: è allegra, piena di fiducia negli altri, passionale, spensierata e impaziente di poter finalmente conoscere gente e incontrare l'amore della sua vita. Il giorno dell'incoronazione di Elsa qualcosa va storto: i suoi poteri glaciali vengono resi noti a tutti e la nuova regina fugge nel bosco, nascondendosi al popolo (e alla sorella) e involontariamente scatenando sul regno un inverno perenne. Anna, insieme al coraggioso Kristoff e alla sua fedele renna Sven, parte alla ricerca di Elsa, decisa ad affrontare tutti i pericoli della magia di sua sorella e che le innevate montagne dell'Everest le porranno davanti pur di salvare Elsa e tutto il regno.

  Si torna a una sceneggiatura basata sui temi classici dell'amore, della fiducia e della famiglia, che si costruisce attorno alla struttura del musical: tutto può essere cantato e anzi enfatizzato dalla colonna sonora, che accompagna e rende tangibili i pensieri e le emozioni dei protagonisti. Una messinscena quasi teatrale che  si modella tra cristalli e fonti di luce ben studiate, costumi mozzafiato e un giusto alternarsi di situazioni commoventi e più leggere scenette comiche. Tra le varie colonne sonore che accompagnano il film indimenticabile la super gettonata All'alba sorgerò

domenica 3 dicembre 2017

ROBIN HOOD PRINCIPE DEI LADRI



"Robin Hood" di Kevin Costner é, forse, il migliore film sulla leggenda di Robin Hood mai realizzato. Una suspence sempre crescente, una fotografia splendida, l'impiego, non sfrontato, di mezzi speciali, straordinari all'epoca del film (vedi il lancio delle frecce), una coreografia sontuosa, la città francese di Carcassonne come set del film, ed una bella storia d'amore. Sì, questo é un film che piace moltissimo alle donne. Non solo per lo splendido personaggio disegnato da Kevin Costner, peraltro straordinariamente bello in questo film, ma anche, e soprattutto, per la caratterizzazione di Lady Marian. Mary Elisabeth Mastrantonio é stata abilissima nel presentare una figura di donna estremamente moderna. Forte, sicura di sé, coraggiosa e molto romantica. Innamorata del suo bel Robin, che seguirà fino alla fine. Da vera donna. Fedele ai suoi principi,altruista, bella, determinata e, allo stesso tempo, fragile e vittima delle circostanze. Una donna da amare e da salvare. Forte e dolcissima. Il vero alter/ego di Robin Hood, testardo e romantico come lei. Due metà della stessa mela che si incontrano. La scena finale, con il volo delle colombe, simbolo della pace ritrovata e lo splendido cammeo di Sean Connery, nei panni di Re Riccardo, conquista il cuore. Oltre a rappresentarci questa splendida coppia, resa ancor più romantica dalla splendida colonna sonora di Bryan Adams: "Everything I do I do it for you", questo Robin Hood é anche un inno all'amicizia. Quella vera, che non conosce frontiere. Ed ecco lo splendido personaggio di Morgan Freeman, l'amico arabo, che lo toglie sempre dai guai. Non pretendendo nulla in cambio. La vera amicizia non lo richiede mai. Ma questo é, soprattutto, un film su di una splendida coppia: Robin e Marian. Profondamente uguali. Innamorati, romantici, ribelli, idealisti. Insomma: buon divertimento. Con uno dei più bei film di Kevin Costner. Capace di toccare i cuori. In particolare, quelli romantici. 

domenica 5 novembre 2017

STAR WARS

Quarant'anni or sono, nel lontano 25 maggio 1977, usciva nelle sale americane il classico Guerre Stellari che dopo 30 anni e una trilogia prequel è diventato Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza. Il primo film della saga fu un'odissea per George Lucas, che incontrò non pochi ostacoli per far accettare il nuove genere cinematografico a quei tempi. , Star Wars debuttò nei cinema ed esplose fragoroso nell'immaginario collettivo trasformandosi in un classico senza tempo con ben 11 candidature al Premio Oscar e 7 statuette vinte (Migliore scenografia, costumi, montaggio, sonoro, effetti speciali, colonna sonora e un Oscar Speciale a Ben Burtt per gli effetti sonori). Un fenomeno immaginifico di tale portata che oggi a quasi quarant'anni di distanza dal suo debutto siamo ancora qui a parlarne, pronti come bambini entusiasti a tornare ancora una volta in quella "galassia lontana lontana" che ci ha regalato così tante emozioni.
 Quando su schermo appare l’immenso incrociatore stellare dell’Impero all'inseguimento della nave della Principessa Leila, non si può non ripensare a questa iconica scena come ad una tappa fondamentale per il cinema di fantascienza che dal quel lontano 25 marzo 1977 non sarebbe stato più lo stesso. Lucas si ispira a filosofia e mitologia e crea un universo mistico in cui "La Forza" tutto crea e pervade, da notare che nelle primissime stesure della storia Lucas l'aveva descritta come una gemma in stile Sacro Graal. Su schermo non mancano l'azione concitata con battaglie tra caccia stellari ispirate ai combattimenti aerei dei film di guerra, ma anche se siamo ad oltre un decennio dall'avvento della mirabolante CG anni '90 di Jurassic Park, Lucas precorre i tempi e punta su gigantesche miniature dettagliatisssime riprese in maniera innovativa, dando il via ad una nuova era tecnologica per gli effetti speciali cinematografici che poi prenderanno corpo nella sua Industrial, Light & Magic.
Memorabile e inconfondibile la sua colonna sonora di John Williams

 

domenica 24 settembre 2017

IL POSTINO

E' difficile, forse impossibile, separare il film "Il Postino" dall'immagine indissolubile di un Massimo Troisi malato e stanco, tanto caparbio da sfidare la propria precaria salute per terminare le riprese di quello che per molti è considerato il testamento spirituale del grande attore e regista napoletano (di San Giorgio a Cremano), spirato poche ore dopo aver girato l'ultima scena del film.

Tratto dal romanzo "Il postino di Neruda" di Skàrmeta, girato nelle splendide Procida e Salina, Il postino è stato da subito circondato da un'aura magica che ha fatto di questa pellicola un caso unico, elogiato da critica e pubblico, tanto apprezzato all'estero da portare il nome di Massimo Troisi nell'olimpo della cinematografia mondiale con una candidatura postuma all' Oscar come miglior attore protagonista ed un totale inatteso di 5 candidature all'ambita statuetta (fu vinta quella per la migliore colonna sonora drammatica consegnata a Luiz Bacalov). 

Nonostante solamente nella versione italiana figurasse il nome di Troisi accanto a quello del regista Michael Radford, per tutti il postino è universalmente riconosciuto come il suo capolavoro, un film, senza nulla togliere alle tante belle pellicole girate in precedenza, in cui raggiunse l'apice della carriera ed una notorietà internazionale sotto certi aspetti inattesa.  La mimica, i silenzi, le indecisioni nelle parole e nei movimenti del Troisi comico trovarono in una interpretazione drammatica così profonda il proprio naturale complimento.  

Il postino è un inno alla forza della poesia, al potere delle parole in grado di elevare personaggi a prima vista insignificanti a ruoli del tutto inattesi.  L'amicizia che lega Pablo Neruda a Mario Ruoppolo è sincera e mossa dalla tenerezza che ispira il giovane squattrinato postino, fra i pochi in grado di leggere e scrivere in un'isola più lontana dalla terraferma della realtà, ancora legata a un mondo antico di pescatori destinato in pochi anni a sparire del tutto.  L'ansia di apprendere nuove parole e nuovi componimenti è il vero anelito alla cultura ed alla elevazione sociale attraverso la conoscenza cui tutti dovrebbero aspirare. Se Neruda quasi inconsciamente sconvolgerà la vita del postino, quest'ultimo manterrà nei confronti del grande poeta un sentimento di riconoscenza quasi filiare, conscio del fatto di essere stato cambiato in profondità dall'esule cileno e di aver trovato non solo il coraggio ma anche i mezzi per conquistare la ragazza più bella e di buoni sentimenti del paese, grazie a quanto appreso nei sempre più lunghi momenti passati a dialogare di metafore con lui. 

lunedì 14 agosto 2017

FULL MONTY

Full Monty è sicuramente una delle commedie più divertenti fra quelle che, negli anni novanta, decisero di raccontare storie ambientate sullo sfondo della crisi economica inglese: la chiusura delle industrie legate all'estrazione e alla lavorazione del carbone, la disoccupazione. Protagonisti cinque operai inglesi disoccupati che  decidono di organizzare uno spettacolo di spogliarello per guadagnare un po' di soldi. Fra varie disavventure, esilaranti casting e prove estemporanee in casa del loro capo-reparto, arriveranno alla prima del loro show.
 La forza di  di Full Monty è  quella di trattare con leggerezza problematiche sociali comuni, passare continuamente dalla miseria alla vivacità, dalla crisi sociale al gaudio popolare, coprendo la nuda disperazione della realtà con qualche foglia spassosa e sufficientemente non urticante per trasformare una commedia sopra la media in un successo mondiale.
Il film si guadagnò ben 4 nomination agli Oscar riuscendo a portarne a casa uno, quello per la miglior colonna sonora. Composta da Anne Dudley è musica strumentale di grande impatto, dal ritmo lento ma dolce e sensuale, un vero capolavoro. 
 
va avanti e fermarsi è davvero un grave errore, un ostacolo in più che ci si pone.
Opera prima di Peter Cattaneo, regista per film TV e profezia azzeccata dal produttore Uberto Pasolini. Ottimi gli interpreti con Robert Carlyle post-Trainspotting, Mark AddyTom Wilkinson. Bellissima e perfettamente calzante la colonna sonora curata da Anne Dudley. Film globalmente divertentissimo che lascia spazio anche alle situazioni relativamente drammatiche elegantemente descritte con non comune tatto e in qualche evento anche con poesia. Le note "amare" o meglio su cui riflettere, ben celate dal fulcro del soggetto, spaziano dalla malinconia alla omosessualità, dalla morte alla depressione, dalla voglia di riscatto alla monotonia senile. Il film vuole farci capire come è possibile ricavare il lato luminoso degli eventi negativi, quello positivo, quello che tenta di spingere il demotivato ad andare oltre. In questo film si ride e tanto ma si comprende anche che la vita va, ad ogni modo va avanti e fermarsi è davvero un grave errore, un ostacolo in più che ci si pone.
Opera prima di Peter Cattaneo, regista per film TV e profezia azzeccata dal produttore Uberto Pasolini. Ottimi gli interpreti con Robert Carlyle post-Trainspotting, Mark AddyTom Wilkinson. Bellissima e perfettamente calzante la colonna sonora curata da Anne Dudley. Film globalmente divertentissimo che lascia spazio anche alle situazioni relativamente drammatiche elegantemente descritte con non comune tatto e in qualche evento anche con poesia. Le note "amare" o meglio su cui riflettere, ben celate dal fulcro del soggetto, spaziano dalla malinconia alla omosessualità, dalla morte alla depressione, dalla voglia di riscatto alla monotonia senile. Il film vuole farci capire come è possibile ricavare il lato luminoso degli eventi negativi, quello positivo, quello che tenta di spingere il demotivato ad andare oltre. In questo film si ride e tanto ma si comprende anche che la vita va, ad ogni modo va avanti e fermarsi è davvero un grave errore, un ostacolo in più che ci si pone.

Opera prima di Peter Cattaneo, regista per film TV e profezia azzeccata dal produttore Uberto Pasolini. Ottimi gli interpreti con Robert Carlyle post-Trainspotting, Mark AddyTom Wilkinson. Bellissima e perfettamente calzante la colonna sonora curata da Anne Dudley. Film globalmente divertentissimo che lascia spazio anche alle situazioni relativamente drammatiche elegantemente descritte con non comune tatto e in qualche evento anche con poesia. Le note "amare" o meglio su cui riflettere, ben celate dal fulcro del soggetto, spaziano dalla malinconia alla omosessualità, dalla morte alla depressione, dalla voglia di riscatto alla monotonia senile. Il film vuole farci capire come è possibile ricavare il lato luminoso degli eventi negativi, quello positivo, quello che tenta di spingere il demotivato ad andare oltre. In questo film si ride e tanto ma si comprende anche che la vita va, ad ogni modo va avanti e fermarsi è davvero un grave errore, un ostacolo in più che ci si pone.
Opera prima di Peter Cattaneo, regista per film TV e profezia azzeccata dal produttore Uberto Pasolini. Ottimi gli interpreti con Robert Carlyle post-Trainspotting, Mark AddyTom Wilkinson. Bellissima e perfettamente calzante la colonna sonora curata da Anne Dudley. Film globalmente divertentissimo che lascia spazio anche alle situazioni relativamente drammatiche elegantemente descritte con non comune tatto e in qualche evento anche con poesia. Le note "amare" o meglio su cui riflettere, ben celate dal fulcro del soggetto, spaziano dalla malinconia alla omosessualità, dalla morte alla depressione, dalla voglia di riscatto alla monotonia senile. Il film vuole farci capire come è possibile ricavare il lato luminoso degli eventi negativi, quello positivo, quello che tenta di spingere il demotivato ad andare oltre. In questo film si ride e tanto ma si comprende anche che la vita va, ad ogni modo va avanti e fermarsi è davvero un grave errore, un ostacolo in più che ci si pone.

sabato 15 luglio 2017

NON TI MUOVERE

Sono passate solo poche settimane dal mega evento del concerto di Vasco al Modena Park durante il quale, grazie all'intervista fatta da Paolo Bonolis, abbiamo appreso o ricordato, per chi già lo sapesse, che la canzone "Un senso" fu inspirata dalla lettura del libro di Margareth Mazzantini "Non ti muovere", seguito poi dal film omonimo di Castellito di cui la canzone fu la colonna sonora.
Il film/libro parla di una storia d'amore clandestina nata tra un uomo di prestigio (dottore riconosciuto nel suo campo) e una donna di bassa classe sociale: una cameriera stagionale, senza arte ne parte, senza una cultura, sciatta, di aspetto sgradevole che e vive un esistenza squallida ai margini della società. La moglie al confronto è una bella donna, acculturata, molto in gamba. Nella sua vita matrimoniale sembra non mancare nulla. Eppure, ad un certo punto, nel momento in cui fa questo incontro, inizia a porsi molte domande. Inizia a vedere quello che prima non riusciva a vedere, ma solo a percepire e, tutto questo ovviamente, non essendo stato programmato, lo spaventa 
 La canzone parla proprio di questa storia: ti chiedi quale sia il senso di tutto cio', ma si arriva alla conclusione che non importa trovare un senso a tutte le cose,ma sono le emozioni che si provano ad essere importanti
 La pellicola, uscita nel 2004 e molto apprezzata dalla critica e dal pubblico, ha ottenuto  il David di Donatello, il Nastro d'Argento e il Globo d'Oro. 

giovedì 22 giugno 2017

AMERICAN GIGOLO'

Pellicola di culto che diede notorietà e fama internazionale a Paul Schrader, autore di un elegantissimo thriller costruito attorno alla figura di un edonista contemporaneo che incarna un'ideale superomistico di narcisistica bellezza apparentemente inattaccabile ma, in realtà, minata dai torbidi inganni nascosti sotto alla lussuosa patina che lo avvolge. Notevole nella descrizione di un ambiente basato sul potere del denaro, in cui gli interni impeccabilmente arredati sono esplorati da una regia sensuale e avvolgente che esalta la fisicità del corpo scultoreo di Julian Kay. Gigolo di alto bordo per ricche signore a caccia di emozioni, il giovane e aitante Julian Kay (Richard Gere) si trova ingiustamente a essere il principale indiziato per l'omicidio di una delle sue clienti. Vittima di un complotto, verrà salvato da Michelle (Laureen Hutton), moglie di un influente senatore innamoratasi di lui.
  Il prologo sulle note di Call Me di Blondie rimane una delle intro più belle degli anni '80. Richard Gere, dal passo felino e dalle magnetiche movenze, la cui classe innata è esaltata dagli abiti di Giorgio Armani, ha costruito un personaggio iconico entrato nell'immaginario collettivo.

domenica 4 giugno 2017

Shakespeare in Love

Campione d'incassi a sorpresa nel 1998 e trionfatore con sette premi Oscar (tra cui miglior film, miglior attrice, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura), il film narra le vicende del giovane William (Joseph Fiennes, già visto in costume nel film Elizabeth), alla disperata ricerca della sua verve poetica ormai perduta.
La sua musa ispiratrice sarà Viola (Gwyneth Paltrow,  ragazza dell'alta nobiltà, amante del teatro e soprattutto delle opere di Shakespeare, che fingerà di essere un uomo pur di recitare accanto a William. E a quel punto la passione di Viola per la poesia del bardo si trasferirà direttamente sul suo autore, con il quale vivrà una romantica storia d'amore.
Film per tutti gli inguaribili romantici che si fa apprezzare anche per la sua buona dote di umorismo che fa scorrere la trama molto fluidamente e che ha il suo principale merito nello sviluppare l'azione nell'Inghilterra della regina Elisabetta (interpretata da una straordinaria Judi Dench) piuttosto che ambientare le storie di Shakespeare in epoca moderna come da consumatissima prassi di Hollywood.

La colonna sonora di Stephen Warbeck cattura con successo lo spirito del film in questione, incentrandosi  sulle melodie e temi dell'epoca elisabettiana frizzante con arguzia e fantasia. Non per niente il compositore si meritò l'oscar.

sabato 20 maggio 2017

Il favoloso mondo di Amélie

La colonna sonora de Il favoloso mondo di Amélie  è sicuramente uno degli elementi che hanno contribuito a rendere il film di Jean-Pierre Jeunet il cult che è ormai diventato. Le note di Yann Tiersen risuonano ovunque, dai sottofondi di reportage e servizi televisivi, alle dita ispirate degli artisti di strada, portando i passanti a non poter fare a meno di fermarsi per riassaporare le atmosfere magiche ed evocative di una delle pellicole più belle del nuovo millennio. Il grande successo di questa incantevole soundtrack originale risiede principalmente nella sua perfetta assonanza con l’atmosfera emotiva della scena di riferimento e nel modo in cui la prevalenza del pianoforte e della fisarmonica – tipico strumento del cantastorie – sottolinea la semplice essenzialità del mondo mostrato dal film e dell’interiorità della sua straordinaria protagonista, una ragazza profondamente buona, che nasconde il suo bisogno di amore e felicità dietro l’iniziativa di una totale dedizione al prossimo. Amélie, una ragazza di vent'anni che arriva da Montmatre, un giorno scopre di avere una missione da compiere: alleviare le pene degli altri. Anche dolori e frustrazioni minime: la solitudine della vicina di casa, lasciata dal compagno, o quella dell'anziano genitore che augura al nanetto del giardino lunghi viaggi in paesi esotici, quelli che lui ha sempre sognato. A un certo punto Amélie si innamora di uno come lei, un tizio caduto dalla Luna che colleziona frammenti di fototessere gettati via. 

lunedì 1 maggio 2017

MOULIN ROUGE

Più che un musical, Moulin Rouge è un'opera complessa e grandiosa, non solo per l'influenza esercitata dal teatro lirico sul regista australiano Baz Luhrmann, ma soprattutto per la pregnanza assunta dalle canzoni nel film: un mix di capolavori musicali  per raccontare la tormentata storia d'amore tra l'aspirante scrittore Christian (Ewan McGregor) e Satine (Nicole Kidman), la diva del locale più trasgressivo della Parigi di fine XIX secolo.
L'archetipica relazione sentimentale instauratasi tra Christian e Satine (che si ispira al mito di Orfeo ed Euridice così come alla Traviata, tratta a sua volta dal romanzo La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio) procede proprio attraverso le canzoni, costruite a partire da frammenti e refrain di successi pop, rock e dance degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, facilmente identificabili e riconoscibili dal pubblico in sala. 
Il geniale regista  ha, infatti, selezionato i brani in modo che i testi si adattassero perfettamente allo scheletro narrativo del film, trasformando - di fatto - i numeri musicali nei dialoghi di Moulin Rouge.
Personalmente giudico questa colonna sonora un piccolo capolavoro, come lo stesso film da cui è tratta.
Ci troviamo di fronte ad un omaggio a tutti i brani pop che hanno fatto la storia eseguiti sia singolarmente: “Your Song”, “Lady Marmalade”, “Nature Song” che sotto forma di tributo: “Elephant Love Medley”.
Le voci dei due cantanti attori, spesso supportate dal coro, lasciano sorpresi per le capacità espresse.
Su tutto “Roxanne” dei Police riarrangiata sotto forma di tango: un capolavoro. rRiascoltiamola insieme a Lady Marmalade e Your song








lunedì 24 aprile 2017

THE MISSION

Una miscela di avventura ed epica in questo film che vinse a sorpresa a Cannes nel 1986. Molta retorica ma anche innegabile emozione. Ambientato nel 1767 nella regione sudamericana del Paranà governata da spagnoli e portoghesi. Padre Gabriel, un missionario gesuita, decide di risalire le cascate del fiume Iguazu per prendere contatto con una tribù di indios che vive nella foresta. Si unisce a lui Mendoza, un cacciatore di schiavi che ha ucciso per gelosia il proprio fratello e ora è in cerca di riscatto. Il loro obiettivo, condiviso dai superiori, è quello di tentare di creare un sistema comunitario dove per gli indigeni sia possibile vivere senza essere sfruttati. 
Tutto sommato la cosa più appassionante e più impressionante della pellicola rimane il confronto tra due mostri sacri del calibro di Robert De Niro e Jeremy Irons. Celeberrima colonna sonora di Morricone. Caratteristica di questa meravigliosa composizione di Ennio Morricone è la capacità di trasmettere grandi emozioni grazia a pochi strumenti che fanno da cornice al protagonista della melodia l’Oboe. Grazie a questa colonna sonora anche il film, non certo indimenticabile, è diventato uno dei classici del cinema mondiale

mercoledì 19 aprile 2017

Philadelphia

“Philadelphia” uscito el 1993 diretto da Jonathan Demme è il capolavoro che narra la  storia che ruota attorno alla vita di due avvocati. Il primo, giovane e brillante legale di un prestigioso studio della città licenziato in tronco quando i suoi datori di lavoro scoprono che ha contratto l’Aids. Emarginato da tutti, solo un celebre penalista nero lo aiuterà a far valere i suoi diritti.
Tra le tante cose belle del film, (prime tra tutte le interpretazioni straordinarie dei pluripremiati Tom Hanks e Denezel Washington), la strepitosa colonna sonora che accompagna quasi tutte le scene principali.
Composta da Howard Shore insieme ad altri brani scritti da musicisti del calibro di Neil Young, Bruce Springsteen e Peter Gabriel per citarne alcuni.

 Il film si apre con un pezzo eccezionale di Springsteeng “Streets Of Philadelphia”
Un altro brano che cattura è Love Town composto dal genio fondatore dei Genesis, Peter Gabriel.
E poi Maria Callas, magnifica soprano di origine greca naturalizzata italiana fino al 1966. L’intensità delle sue interpretazioni hanno conquistato tutto il mondo.  tutta l’energia drammatica e passionale accompagna alla perfezione scene intense del film.
Particolare attenzione va al brano (immenso) di Neil Young che va a chiudere il film. Questo grande musicista capace di passare dalla quiete di una ballata acustica, ad una brutale cavalcata rock sino ad un brano come Philadelphia 

martedì 21 marzo 2017

FORREST GUMP

Forrest Gump è un film del 1994 diretto da Robert Zemeckis, tratto dall’omonimo romanzo di Winston Groom.
Il film è interpretato da Tom Hanks e narra le vicende di Forrest Gump, un ragazzo nato circa negli anni ‘40 con uno sviluppo cognitivo inferiore rispetto alla norma, che tramite la sua naturalezza si farà testimone dei principali avvenimenti americani della sua epoca. Il film è sicuramente un capolavoro dei nostri tempi. Ottima la regia  e l’interpretazione da parte di Tom Hanks.
È stato accolto benissimo sia dalla critica che dal pubblico: ha infatti incassato ben 6 Oscar (Miglior attore protagonista, Miglior Film, Migliore regia, migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio e migliori effetti speciali).
In più, il film ha lasciato un segno profondo nella cultura  degli anni seguenti: citazioni come ”corri Forrest, corri” sono spesso sentite ancora oggi in molte situazioni. Di questo film tutto  lascia il segno: la storia, i sentimenti che riesce a trasmette e più di tutto il modo in cui viene raccontata, senza cadere mai nel banale o nello scontato. Ottime scelte di regia e di recitazione hanno reso questo film un must del nostro tempo, senza tralasciare la struggente colonna sonora composta da Alan Silvestri


lunedì 20 febbraio 2017

PSYCO


Psyco è tra i film ‘classici’ il più ‘moderno’. È l'archetipo del thriller, al quale i registi che tentano di ripercorrere il genere ancora si ispirano. È stato il più grande successo di Hitchcock al botteghino. E’ stato votato come settimo film più spaventoso di tutti i tempi. Un vero capolavoro per quattro motivi fondamentali:             1).- una regia straordinaria, ’;
            2).- un accompagnamento musicale solido con le immagini;
            3).- un sapiente utilizzo di luci e ombre;
            4).- due grandi interpreti .
Psyco contiene una delle scene più famose di tutta la storia del cinema, tra i colpi di scena più inaspettati e scioccanti. Mi riferisco alla nota scena della doccia dove viene assassinata la ragazza. La scena dura solo 3 minuti, ma curatissima nei particolari tanto da far abbastanza rabbrividire al solo ascolto delle note musicali che la accompagnano
Inizialmente Hitchcock voleva che la scena della doccia non fosse accompagnata da commento musicale, ma il compositore Bernard Herrmann gli fece cambiare idea dopo avergli fatto ascoltare la composizione, che poi divenne un cult dei momenti thriller impiegata e derubata nei più variegati contesti. Si tratta di un accompagnamento solidale con le immagini, un ‘urlo di archi che sembrano delle pugnalate sonore che lo spettatore percepisce come ferite ai propri sensi. Sicuramente ha contribuito notevolmente al successo del film. Riascoltiamola nell'esecuzione dal vivo diretta proprio dal suo creatore

sabato 28 gennaio 2017

C’era una volta in America

Ennio Morricone e Sergio Leone, una collaborazione che ha prodotto risultati notevoli che raggiunge l'apice nell’ultimo film del regista romano: C’era una volta in America. Con questa colonna sonora Morricone vinse il Premio Bafta e il Nastro d’argento, oltre che la nomination al Golden Globe. Ad un'indimenticabile colonna sonora si accompagna ovviamente una trama alla sua altezza incentrata su momenti nelle vite dei componenti di un piccolo gruppo di gangster di New York distribuiti su circa 40 anni. La storia, narrata con frequente uso di flashback e flash forward, è incentrata su David "Noodles" Aronson e i suoi compagni di sempre (sono cresciuti insieme nel Lower East Side): Cockeye, Patsy e Max. 
Riascoltiamo l' intensa Deborah's Theme accompagnata a immagini di questo capolavoro